CONCERTO PER IL PRINCIPE EUGENIO

Il ‘Concerto per il principe Eugenio’, si può dire racchiude le

predilezioni culturali e morali dell'autore, che le sigilla in un titolo a mo' di dedica. Studioso di storia e specie, da buon piemontese, d'un certo periodo di storia sabauda che ha pertinenza europea, appassionato ricercatore e collezionista di raccolte storiche e artistiche, Bruni Tedeschi confessa di veder emergere in piena luce entro questa sfera la figura del principe Eugenio di Savoia Soissons: quello che fu uno dei più grandi capitani della storia, il trionfatore delle campagne di Zenta, di Torino e di Belgrado, perno strategico delle guerre di successione nel travagliato Sei-Settecento europeo. Statista dalla politica d'equilibrio, nell'intimo egli era indole equilibrata e aperta a vasti interessi spirituali, pratici ed estetici; univa le doti del coraggio a quelle della signorilità e della modestia, l'energia e la lealtà alla gentilezza d'animo. Fu anche amatore famoso d'arte e di cultura, e nel lungo periodo di pace che seguì alla lunga ventata di battaglie riscattò pure al senso umano le ambizioni di bellezza e di elevazione, e promosse relazioni con letterati e scienziati, raccolse egli stesso quadri e oggetti d'arte. Rievocando il principe Eugenio, Alberto Bruni Tedeschi vede in lui la perfetta figura del Settecento dalle virtù politiche ed eroiche unite a quelle cavalleresche e raffinate, quasi un Re Sole a Vienna, con i pregi e i difetti che porta-rono alla Rivoluzione Francese e cioè al nuovo secolo. Perciò l'artista d'oggi, che ha in tale figura una mira ideale, si pone in una particolare disposizione dello spirito e del senso morale, e vuole esprimere uno stato d'animo nella sua opera: la quale però non risponde a un programma preordinato, nè si presta a facili allusioni di spirito militaristico o simili.

Il ‘Concerto per il principe Eugenio’ è un normale concerto strumentale in tre tempi. I titoli di questi tempi, certo, hanno un colorito di rievocazione: Introduzione-Canto di marcia-Battaglia. Il procedimento musicale è un ingranaggio serrato nella disciplina discorsiva, favorita dall'unità dell'ispirazione; e, se il discorso ha un piglio rude e arduo, tale è in genere la qualità musicale di questo compositore, che nell'opera pre-sente trova forse la sua più schietta e congeniale applicazione. Qua e là affiora esplicito qualche riferimento di timbro militaresco, che l'autore però ama riferire a certi echi di ‘Battaglie’ di ascendenza veneto-rinascimentale, o precisamente gabrieliana. E più esplicito si presenta il finale della ‘Battaglia’, con la citazione della ‘Fanfara del principe Eugenio’: quella che, quasi stendardo del condottiero, era suonata al suo comparire e ne guidava le imprese. Invero essa è una delle più belle fan-fare del Settecento; fu adottata poi dalla Cavalleria (si vuol ricordare a questo proposito che Alberto Bruni Tedeschi è stato ufficiale di cavalleria), e infine dai Carabinieri. La citazione compare due volte alla fine del pezzo, e ne conferma positivamente, quanto idealisticamente, la dedica.

Prima esecuzione: Stagione Pubblica RAI-Torino,1951

Direttore: Eugen Jochum