VIAGGIO E FINALE

cantata tropicale per tenore ed orchestra

Già autore, nel 1952, d'una Messa per la missione di Nyondo, ove il tema del ‘tropicale’ come orientamento dell'ispirazione, si localizzava in un ‘clima’ di paesaggio e suggestioni del centro dell'Africa, in questo suo lavoro il compositore Alberto Bruni Tedeschi torna ad analogo tema in altra inquadratura biografica e attraverso le impressioni suscitate da una testimonianza di vita vissuta, quella tramandata nei ‘Carnets de voyage - Aventures en Guyane« di Raymond Maufrais. Questi ‘Carnets’ documentano l'ultimo viaggio del Maufrals, l'ardimentoso esploratore scomparso in Gujana e del quale le numerose spedizioni organizzate dal padre suo (che vive a Tolone) non sono riuscite a trovar traccia.

‘L'esplorazione è per me un'avventura di purezza e di umiltà’. Queste parole dello stesso Maufrais sono state riportate come esergo da Bruni Tedeschi sul frontespizio della partitura che al titolo di Viaggio e finale, aggiunge il sottotitolo di ‘Cantata tropicale per voce di tenore e orchestra’ su testo di Giampiero Bona.

Ispirato appunto dalle Aventures en Guyane di Maufrais, il testo di Bona si articola in undici frammenti o brevi capitoli che, in tono, cadenza, vivezza e rapidità di immagini, quasi di ballata epico-popolare, scandiscono in altrettante ‘sequenze’ e situazioni liriche la materia del racconto: La partenza; La pioggia (l'attesa); La pioggia (marcia di avvicinamento); Le zanzare (marcia di avvicinamento); Gli spiriti (la notte); I Campo (la notte); Il Campo (la fame e la sete); III Campo (la tempesta); L'allacciamento; L'ultima fame; La scomparsa.

Sul piano musicale, la fitta elaborazione del tessuto strumentale e la complessità della scrittura sinfonica conferiscono all'opera la consistenza e l'imponenza che potrebbero definirsi di un ‘concerto’ per orchestra, un concerto, tuttavia, senza divisione in veri e propri ‘tempi’ e dove gli interventi della voce tenorile (con la parola poetica che essi recano e la tensione espressiva che vi si manifesta nella forma d'un sillabato assai variato ritmicamente e ampiamente snodate nei suoi movimenti) hanno parte determinante nel procedere del discorso musicale, nella vicenda del suoi atteggiamenti, al quali una strumentazione ricca di timbri, anche evocativi, e fortemente punteggiata dalla percussione conferisce il colore generale d'un ‘esotismo’ perseguito attraverso una personale visione dal compositore.

L'opera si apre con un'introduzione orchestrale intitolata ‘Il mare’. In andamento Lento e cadenzato, fra sonorità fonde, un'oscillazione ritmica persistente ne segna l'inizio, per svilupparsi poi in forme più complesse e risolversi più oltre in un movimento di fioriture e linee melodiche che mette in particolare risalto il flauto, il sassofono, il violino solo, mentre l'arpa scioglie accordi ondulati e una tensione sempre maggiore porta infine all'entrata del tenore nella prima parte del ‘Viaggio’: La partenza: ‘Antille verde mare / Gujana verde sera / si balla e si piange / a bordo del Guascogna ‘.

Il procedere delle varie sequenze lungo il corso successivo del ‘Viaggio’ culmina nella concitazione dell'Allegro agitato evocativo del III Campo (La tempesta): ‘Come un bufalo immenso corre / il tuono sulla palude dell'Uàgi, / esplodono le viscere del cielo / e dal Majouri s'alzano i vapori... ‘Dopo di che, il ‘Finale’, al cui inizio (L'allacciamento) accenti febbrili e rotti di strumenti bassi sottolineano il canto ‘quasi parlato’ del tenore (‘Cammino in ginocchio/sulla traccia del mortale anaconda‘), raggiunge a sua volta alte punte di concitazione drammatica nei penetranti accenti della voce tenorile, nei tumultuosi movimenti orchestrali di cui si rivestono le ultime parole: ‘Avanti, ancora avanti,/ ore, giorni, la morte, l'infinito’ e poi si arresta sulla persistenza di un ‘ostinato’ grave e lugubre che, nella zona più bassa dell'orchestra, viene ad alternare due note vicine e che con forza decrescente digrada verso la dissolvenza in cui la vicenda musicale e poetica trova la sua conclusione.

Prima esecuzione: Stagione Sinfonica RAI-Torino,1968

Direttore: Mario Rossi